L'organetto può essere strumento di pace, non solo attraverso la musica, ma anche percorrendo un canale misterioso, imperscrutabile. Credo che uno strumento che "respira" esattamente come un essere umano evochi in chi lo tiene in braccio un profondo sentimento materno, o paterno, a seconda dei casi.
Chi ha visto il film "L'ultimo re di Scozia", sicuramente ricorderà la scena in cui Amin (quello vero è nella foto in basso), il feroce dittatore ugandese, per un momento sembra abbandonarsi alla poesia e alla dolcezza della musica: è la scena in cui lo si vede suonare un organetto nel mezzo di una festa, un organetto Honher 2915. Non un semplice espediente narrativo. La fisarmonica, in particolare l'organetto, ha una lunga storia in Africa. In Congo, soprattutto.
Lo Stato Libero del Congo era il nome con cui venne definito il controverso regno privato di Leopoldo II del Belgio che comprendeva l'intera regione oggi costituisce la Repubblica Democratica del Congo. Leopoldo II pose le basi per il controllo militare, politico ed economico del paese fin dal 1877, lo governò dal 1885 al 1908 con un regime dittatoriale basato sul terrore. Il Congo non era altro che il "Dommaine de la Couronne", ovvero un immenso latifondo schiavistico a uso e beneficio personale del re del Belgio.
Fu per placare il malcontento e la protesta delle popolazioni locali che ai belgi venne l'idea di distribuire organetti agli incazzati capi delle comunità locali. E' così che l'organetto divenne uno strumento molto in voga in Congo, almeno fino agli anni Cinquanta, quando fu sostituito dalla chitarra.
In questo eccezionale video, si può vedere Bolia We Ndenge che rievoca, mettendolo in scena, il momento della consegna del primo organetto alle popolazioni locali, avvenuto probabilmente a fine Ottocento.
L'organetto, quindi, è anche strumento della cultura musicale africana. E se non è world music questa...
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