venerdì 27 aprile 2007

Cercasi organettista, astenersi perditempo

Non è facile trovare lavoro oggi. Inauguriamo dunque la prima bacheca del lavoro interinale per organettisti!

CERCO ORGANETTISTA. Sono Danilo, chitarrista e violoncellista di un gruppo di musica popolare irlandese, il nostro repertorio è composto attualmente prevalentemente da slow air, ma con l'intenzione di iniziare a suonare un po' di danze, jigs e reels, avevamo bisogno di un organettista. Se potete segnalarci qualche indirizzo o qualcuno interessato, ve ne saremo molto grati. La nostra formazione è ora composta in tal modo, arpa celtica, chitarra/cello, flauti. Noi siamo di Milano e dintorni, dove facciamo anche le prove e ci incontriamo una volta ogni 15 giorni circa. Grazie dell'attenzione. Contattare danilo3d@hotmail.com

mercoledì 18 aprile 2007

Cantamaggio!

Gianni Donnini l'ho conosciuto ed è un bravo organettista. Fa uno stage di organetto in questa manifestazione e mi sento di consigliarlo, perchè fra i tanti maestri in circolazione, sicuramente lui è uno bravo.

p.s. Gianni, di più non potevo scrivere per i 100 euro che mi hai passato sotto banco...


CANTAMAGGIO
Morro d’Alba (AN), 18-20 e 31 maggio 2007

CANTO DI QUESTUA, RITO DELL’ALBERO, MUSICA
LABORATORI DI SALTARELLO, ORGANETTO E TAMBURELLO

venerdì 18 maggio
ore 10 addobbo dell’albero del maggio
dalle ore 21 musica, canti e balli spontanei in piazza con musicisti e cantori locali

sabato 19 maggio
ore 10.30-13 e 15.30-18 laboratori di saltarello (stile della val d’Aso), di organetto e di tamburello (stile della vallesina)
ore 21.30 musica popolare marchigiana
ore 22.00 concerto del gruppo BARABAN (Lombardia)
ore 24.00 lu balle de la pupa (Abruzzo)

domenica 20 maggio
ore 8.30 ritrovo dei musicisti e dei cantori in piazza
ore 9 il canto di questua viene portato casa per casa in tutte le contrade del paese ed in quelli vicini
ore 13 pranzo di saluto e di ringraziamento offerto ai musicisti ed ai cantori
ore 19 rituale dell’albero del maggio portato a braccio dai giovani del paese, accompagnati da musica e canti
a seguire balli sotto l’albero

giovedì 31 maggio
ore 22 rogo dell’albero nella piazza del paese con musica e canti

CORSI
Il saltarello è il ballo popolare per eccellenza nelle Marche. Un tempo veniva ballato dalle coppie nelle ricorrenze tradizionali legate al calendario agricolo, nel periodo di carnevale e nelle feste familiari. Mentre l’uso dei tipici strumenti che accompagnano il ballo è ancora vivo, da alcuni decenni il saltarello è ormai caduto in disuso e viene ballato quasi esclusivamente da gruppi folcloristici durante gli spettacoli. Noi vorremmo riportare il saltarello nelle piazze e tra la gente, facendola ridivenire protagonista e non solo spettatrice. Vorremmo riempire quel salto tra generazioni che ha determinato un impoverimento della diversità culturale e della tradizione locali. Non vogliamo che scompaia del tutto, ma neanche che le forme originarie del ballo vangano completamente stravolte o omologate ad altre che invece hanno resistito al tempo. E’ per questo che siamo andati a scovare i testimoni di questa danza tradizionale e siamo lieti di ospitarli in occasione di questa quarta edizione dei moduli didattici associati alla ormai affermata ricorrenza del cantamaggio.
I corsi si terranno nella mattina e nel pomeriggio di sabato e comprenderanno l’insegnamento del ballo (stile della val d’Aso) ad opera di testimoni della tradizione, dell’uso del tamburello e dell’organetto (stile della vallesina) nella famiglia dei saltarelli marchigiani. Vi saranno sessioni separate e parallele di danza, organetto e tamburello.

COSTI
Corsi corsi Euro 25
Per informazioni:
Gianni Donnini 3339265668 (organetto)
Danilo Donninelli 3485166845 (tamburello)
Franco Pirrami 3471779336 (danza)

NOTE SULLA MANIFESTAZIONE
Il Cantamaggio si svolge a Morro d’Alba* nel terzo fine settimana del mese di maggio di ogni anno per rinnovare due rituali tradizionali legati a questo mese: il canto di questua e l’albero del maggio.

Il canto rituale di questua del Cantamaggio celebra l'avvento della primavera ed affonda le sue radici nei riti pagani di fertilità, di augurio e di benessere per la comunità ed i singoli. Viene cantato da gruppi di cantori "maggianti", la notte tra il 30 aprile e il 1° maggio, casa per casa , nella classica formazione: organetto, triangolo, cembalo (tamburello) e voci maschili. Unica eccezione il fabrianese dove gli strumenti fondamentali di accompagnamento sono i violini ed il "violone", con l'aggiunta dell'organetto o della fisarmonica e dove il gruppo "canterini e suonatori" è solitamente più numeroso. Anche il testo del Cantamaggio contiene l'invito al padrone o alla padrona di casa (“vergara”) ad offrire dei doni alimentari, destinati poi al pranzo dei "maggianti", che conclude la festa. Invito che viene ripetuto nell'immancabile saltarello finale di richiesta (fenomeno esclusivamente marchigiano), che normalmente chiude ogni canto rituale di Questua.
Fino a qualche decennio fa, secondo la tradizione medievale del Calendimaggio, era comune, e tuttora il rito resiste in qualche comunità dell’interno, innalzare un grosso albero nella piazza del paese all’inizio del mese di maggio. Questo rito, che affonda le sue radici nella cultura celtica e nelle feste romane in onore delle dee Flora, Bona e Maia, è legato alla fertilità della terra e della donna, celebrata in un periodo in cui il rigoglio primaverile stesso è simbolo del rinnovarsi della vita.

Organizzano:
Comune di Morro d’Alba, Centro Tradizioni Popolari, Pro Loco di Morro d’Alba e le associazioni liberamente, danzintondo, l’albero del maggio

OSPITALITA’
Nel Comune di Morro d’Alba esiste un’area attrezzata per i Camper. Altre strutture:
B&B Via del campo – Monte San Vito 3393560989 www.viadelcampo.info
Albergo Shanti house – Morro d’Alba 073163325
Albergo Morobello - San Marcello 0731 267060
Per i pasti verranno allestiti stand gastronomici per l’occasione.

INFORMAZIONI GENERALI SUL PAESE
* Morro d’Alba è un piccolo paese della collina marchigiana che si trova in provincia di Ancona tra Jesi e Senigallia. E’ situato su un crinale a 10 km dal mare e la cinta muraria ed i torrioni che racchiudono il centro storico rappresentano la caratteristica più tipica per la presenza di un camminamento coperto detto “la scarpa”. Diversi sono i siti di interesse storico artistico che si trovano nel territorio del comune. Altrettanto interesse merita la produzione agricola che oltre all’olio extra vergine di oliva ed al Verdicchio dei Castelli di Jesi offre un vino DOC rosso, il Lacrima di Morro d’Alba, prodotto da un vitigno unico ed autoctono in un ristretto comprensorio che include Morro d’Alba ed alcuni comuni limitrofi.
Per arrivare a Morro d’Alba in auto potete percorrere l’autostrada A14, uscendo a Senigallia o ad Ancona nord, oppure la SS 76 proveniente da Foligno e Fabriano (uscita di Monsano).
In treno, linea Ancona-Bologna (stazioni di Senigallia o Falconara), linea Ancona-Roma (stazione di Jesi) poi proseguire con gli autobus extraurbani.
In aereo, aeroporto di Ancona-Falconara poi fino alla stazione FS di Falconara Marittima.

Per informazioni generali:
www.provincia.ancona.it/comuni/morrodalba/default.htm
www.turismo.marche.it

lunedì 16 aprile 2007

Il ballo ha fatto Boom!


Questo è un fenomeno che mi piace molto! Ne avevo già scritto, ma ora gli ho dedicato un po' più di attenzione con questo articolo...

Boombal: in Belgio i rave sono folk!
Dilaga la mania dei raduni a base di musica folk. E c’è chi dice “tutto questo mi ricorda il fenomeno punk”
Di Gianni Ventola Danese
Pubblicato sul quotidiano "Liberazione"

“Folk Explosion!”. Un’orda di persone lancia questo grido in Belgio e nascono i rave party con musica strettamente tradizionale. La modernità fagocita la musica popolare europea, la trasforma in evento che illumina le notti di Bruxelles. Il linguaggio, lo stile, la comunicazione, è quella dei rave party: luci, musica ad alto volume, piazze e luoghi pubblici invasi da migliaia di persone, birra a fiumi, e giovani, tanti giovani che disertano le discoteche per la musica popolare. In Belgio hanno trovato la formula magica per avvicinare le nuove generazioni alla musica tradizionale. E in Italia cosa succede? Da una parte, la musica folk è per “palati fini”, ex rocchettari un po’ attempati che sanno tutto sul violino finlandese e l’arpa celtica, sulla pizzica salentina e sulla tarantella “a spada”, non si perdono un festival, magari suonicchiano qualche strumento popolare e alle volte fanno noiosi discorsi sulle esecuzioni filologiche. Dall’altra la musica popolare rimane invischiata in un gioco dell’oca un po’ campanilistico fatto di sagre paesane, taniche di vino, questioni di difesa della cultura locale e delle tradizioni contadine, nonché sulla pretesa veracità di un mondo che non c’è più. Ma ai giovani che gliene frega? Loro vogliono divertirsi e pensano che la musica folk sia “roba da vecchi”. Le cose potrebbero andare altrimenti signori! Il Belgio non è lontano.
Era il 2000. Wim Claseys, insegnante di fisarmonica in una scuola pubblica della piccola cittadina universitaria di Ghent, si arrovellava il cervello su come trovare il modo per far fare un po’ d’esperienza musicale ai suoi allievi. Poi, l’idea! Un ballo potrebbe essere un modo eccellente per farli allenare suonando di fronte a un pubblico vero. Trovato un vecchio capannone in Boomstraat, organizza un piccolo ballo con alcune coppie di persone e i suoi studenti con le fisarmoniche che suonano un po’ intimiditi. Il giorno dopo Wim riceve telefonate da tutti quelli che avevano ballato la sera prima con la richiesta di organizzare un altro ballo, e poi un altro ancora. La voce si sparge e il numero delle persone aumenta perché arriva anche chi non sa ballare. Si sistemano discretamente ai bordi della sala, guardano e ascoltano mentre in loro si risveglia prepotente la voglia di muoversi a tempo di musica. Wim non lo sa, ma era nato il fenomeno Boombal.
È costretto a cercare un’altra sede, ma poi anche quella diventa piccola e alla fine si ritrova a dover affittare un grande spazio presso il centro interculturale conosciuto come “La Centrale” dove ancora oggi si svolgono i balli di massa. Sul palco non si alternano più gli impacciati principianti degli inizi, ma i migliori nomi del panorama folk internazionale. Non solo. La formula del Boombal diventa popolare e nulla si può fare per impedire che si estenda a macchia d’olio nelle altre città delle Fiandre, da Bruxelles a Leuven. E poi nasce un’altra consuetudine: non si vuole lasciare fuori nessuno, neanche quelli che non sanno ballare o che hanno la scioltezza di un ciocco di legno e così, un paio d’ore prima di ogni concerto vengono insegnati i passi fondamentali di tutte le musiche che saranno eseguite. Per questo il boombal è qualcosa di simile a qualcosa che a Bruxelles dicono di aver già visto, ovvero il cosiddetto “bal moderne”: un luogo dove prima del concerto si insegnavano insopportabili danze di gruppo.
E qui che sta tutta la carica innovativa del Boombal. Qui si balla musica tradizionale internazionale, non si fanno discorsi sulle radici (ma quali radici!), anzi, antiche melodie europee (polche, mazurche, scottische, valzer, an dro e chi più ne ha più ne metta) vengono letteralmente reinventate dai gruppi della cosiddetta newfolk generation.
Tuttavia non è solo l’atmosfera discotecara ad attrarre i giovani, ma anche il fatto non meno importante che qui la maggiorparte delle danze si ballano in coppia. Gìà, come una volta! L’impaccio assordante della discoteca qui non c’è, tra le persone c’è meno distanza e ci si conosce in fretta: questa forse la più importante rivincita della musica tradizionale sullo sciamanismo dei ritmi techno. Ma è la miscela di nuovo e moderno che funziona.
Steve van Roy dirige il centro culturale De Maalbrek a Bruxelles che ospita dalla scorsa primavera le feste boombal. “Abbiamo avuto l’idea la scorsa primavera, - racconta, - cercavamo un modo per coinvolgere le nuove generazioni affinché fossero proprio i giovani ad aiutarci a stilare l’agenda culturale del centro con idee e nuove proposte. Vede, abbiamo una sala molto grande che fino ad allora aveva ospitato esclusivamente concerti di musica classica”. E poi a quanto pare la cosa è andata oltre le generazioni: “Con la musica folk è accaduta una cosa che non era esattamente quella che ci aspettavamo, - continua Steve, - e cioè di vedere gente di cinquanta e sessant’anni divertirsi e ballare al fianco dei diciottenni. Vengono da altre città e dalla vicina Francia. C’è qualcosa della cultura punk in questo tipo di esperienza musicale, io vedo giovani che si strappano letteralmente i capelli durante i concerti!”.
Gli eroi di questa nuova tendenza popolare sono organettisti, suonatori di flauto e cornamusa, nomi famosi che il solo pronunciarli richiama alla memoria serate memorabili, ma in fondo sconosciuti o quasi al grande e sfarzoso mondo della musica di consumo. Nel giro Hilde Frateur è una musicista molto nota, nella sua famiglia suonano tutti ai Boombal. “Ormai tra noi musicisti, - racconta, - c’è la gara per suonare, non si trova più uno spazio libero, tutti i concerti sono prenotati da mesi, sembrano tutti impazziti”.
l Boombal sono diventati anche un business, questo non lo negano neanche gli ideatori. Il marchio è stato registrato e compare su gadget e magliette. Boombal è uno stile. Ma è uno stile che costa poco. Con cinque euro belgi, che sono anche più leggeri di cinque euro nostrani, la gente può entrare e garantirsi una serata da sballo, bevande escluse! Dalla gente è nato il fenomeno ed è la stessa gente che lo gestisce e in qualche modo lo controlla con la sua presenza. E nonostante il notevole afflusso di persone, la speculazione qui ancora non è arrivata.
L’anima della cultura popolare, quella, c’è ancora tutta. Senza consegnarla a un destino museale o innalzarla ai fasti di una cultura per iniziati, musica e danza popolare vivono nel Belgio dei nostri giorni una nuova avventura che non è altro che un ulteriore sviluppo delle forme musicali popolari. Niente nella musica popolare è rimasto mai immutato nei secoli, nuovi e fecondi apporti hanno sempre innestato nuove idee su antiche tradizioni. La rinascita e la riscoperta del folk in tutta Europa ha certamente contribuito a richiamare l’attenzione delle persone più sensibili e forse “politicamente” impegnate (ci sono cose di sinistra e cose di destra, cantava Gaber mettendo in evidenza con ironia il vacuo marketing culturale dei nostri tempi), erano i tempi del riflusso post sessantottino, ora non più. Il caso del Belgio sembra dimostrare che parlare di tradizioni popolari significa prima di tutto allargare lo sguardo alle tradizioni popolari dell’immenso patrimonio eurasiatico tenendo ben presente che la cultura popolare si rivitalizza solo quando è capace di attualizzarsi, sposando i nuovi linguaggi e le nuove tendenze con quelle antiche radici che, lasciate sole a se stesse, rischiano invece di disseccarsi per sempre.

domenica 15 aprile 2007

Uno stage di organetto

Filippo mi ha segnalato questo suo stage. Andando sul sito del Centro Studi Danza mojud.it ci sono le informazioni su come iscriversi.

martedì 10 aprile 2007

Un po' di bricolage!

Ogni tanto mi ritrovo a soffiare nei castelletti del mio organetto per provare se un''ancia suona correttamente. Ma non si dovrebbe fare, perchè l'umidità del respiro genera processi di ossidazione che danneggiano le ance.

Per questo motivo, anche, i riparatori usano un tavolo speciale per la prova delle ance.

Ho trovato una interessante galleria di fotografie accompagnate da delle utili spiegazioni sulla costruzione di un tavolo per la prova delle ance degli organetti.

E' molto utile quando dobbiamo riparare un'ancia rotta, o sostituire tutte le ance dei castelletti per cambiare tonalità a uno strumento.