mercoledì 14 novembre 2007

Intervista a Stéphane Delicq

Si sa... è di poche parole e ha anche un carattere "forte", ma alla fine sono riuscito a fargli questa intervista, tra mille difficoltà e diffidenze... naturalmente sto parlando di Stéphane Delicq, un musicista che ammiro molto per le sue composizioni, semplici, facili, sobrie, ma ricche di personalità.
Buona lettura...


Come è avvenuto il tuo incontro con la fisarmonica diatonica? Sei autodidatta o hai dei maestri?
Fu nel 1979, e la cosa avvenne in maniera un po' occasionale dal momento che fu un mio amico a prestarmi per un po' di tempo un organetto. Fu l'inizio di un percorso essenzialmente da autodidatta.

Puoi dirmi quali sono stati i musicisti o le composizioni determinanti per la tua formazione di organettista e compositore?
Non saprei... un po' tutti i generi, la musica barocca, la classica, la musica contemporanea, e soprattutto il jazz. Ma non vorrei dimenticare la tradizione della canzone francese e non solo francese. Una particolare influenza ce l'ha avuta la musica slava (mia madre è ucraina). Cerco di ascoltare sempre tutto, musica etnica e classica, e tutti gli strumenti. Questo mi arricchisce perchè valico orizzonti musicali diversi, o attraverso l'ascolto dei cd o anche con l'incontro diretto coi musicisti.

Puoi definire una tua estetica relatica al modo di suonare la fisarmonica diatonica?
Cerco innanzitutto di dare importanza al fraseggio, al suonare le note al momento giusto. Una volta ho sentito una cantante lirica dire alla radio che se il virtuosismo si riduce a pura tecnica, allora è solo vanità... e io sono assolutamente d'accordo su questo punto. Non aggiungo molti abbellimenti, ma lavoro molto alla cura dell'espressione attraverso il mantice. Questo mi permette di essere insieme ai danzatori, entrare nel loro movimento, respirare per farli respirare, essere nel ritmo giusto, giocare con le pause di silenzio tra una nota e l'altra, provare a mettere in relazione la mia sensibilità con quella di chi balla.

Cosa ami di più nel mondo della musica folk e c'è, eventualmente, qualcosa che non apprezzi particolarmente?

Apprezzo molto il pubblico fatto di ballerini e danzatori, a anche alcuni musicisti che sono amici, dopo tanti anni. Ma non amo altre cose, come la gelosia, l'invidia, un certo integralismo. E poi non mi piace l'invidia, l'integralismo e le bassezze di alcuni musicisti e organizzatori.

Qual è la tua opinione in merito al miglior modo di impostare una didattica dell'organetto?
Credo che l'unico principio che guida la mia didattica sia quello di avere il piacere di trasmettere agli altri musicisti quel poco che si sa.

I tuoi futuri progetti musicali?

Registrare un prossimo album dal vivo con il mio quartetto durante un ballo a Bruxelles. E se tutto va bene dovrebbe uscire tra non molto!

Un ringraziamento ad Anne Guillot per la traduzione.

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