In questi giorni mi sto divertendo a trascrivere una fuga di Bach per clavicembalo per il mio trio (clarinetto, contrabbasso e organetto). Essere "dentro" Bach è stupefacente... proprio nel senso che suonarlo diventa una droga. C'è una perfezione visionaria nella sua musica che toglie il fiato e che fa percepire la vita in un altro modo.
Leggendo Il libro dell'inquietudine di Ferdinando Pessoa, ho letto un brano in cui ritrovo la stessa sensazione...
"Diventato una pura attenzione dei sensi, fluttuo senza pensieri e senza emozioni. (...) Come vorrei, lo sento in questo momento, essere una persona capace di vedere tutto questo come se non avesse con esso altro rapporto se non vederlo (...). Non aver imparato fin dalla nascita ad attribuire significati usati a tutte queste cose; poter separare l'immagine che le cose hanno in sé dall'immagine che è stata loro imposta. (...) Smarrisco l'immagine che vedevo. Sono diventato un cieco che vede. (...) Tutto questo non è più la Realtà: è semplicemente la Vita".
p.s. ehi! ma in questa foto Pessoa mi assomiglia! ;-)
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