Non frequentando la televisione da circa un decennio, è stato un informatore ad avvertirmi di ciò che sarebbe accaduto a Sanremo. Sparagna a Sanremo... ho subito sentito puzza di tragedia.
Ancora mi chiedo chi sia la cicciona vestita da uovo di Pasqua che presenta il gruppo, alla vista di questa presentatrice ho sentito nostalgia di Corrado, e di Mike Buongiorno, lo confesso. D'altra parte, il resto lo ha fatto leggendo su un foglietto quello che gli "autori" le avevano preventivamente scritto.
Si parte con un inno strampalato "all'orgoglio di essere meridionali", alla "fierezza di essere napoletano", che mi ha fatto rivoltare lo stomaco essendo meridionale e ben sapendo che non abbiamo bisogno di avere nessuno che difenda il nostro orgoglio, anzi, ben vengano personaggi eccellenti come Roberto Saviano che il meridione vero ce lo raccontano. Insomma, i soliti luoghi comuni da dare in pasto a un pubblico comatoso e inebetito in attesa che un'infermiera misericordiosa e compassionevole stacchi di nascosto la spina.
Si doveva trovare una definizione d'effetto. Gli autori hanno studiato notti intere, e alla fine, eureka! Sparagna viene presentato come il "mago dell'organetto". Nemmeno l'un percento del pubblico in sala sapeva cos'è un organetto, tantomeno un mago dell'organetto. Mago, certamente, forse nel senso che Sparagna è in grado di far sparire la musica, e di trasformarla in qualcosa d'altro.
Sparagna fa finta di suonare per la prima metà della canzone, lo sguardo spento, la mano sempre nella stessa posizione, un passettino ondulante da discoteca, forse in quel momento un barlume di lucidità e un pensiero: "cosa ci faccio io qui con questa gente?". Neanche il tempo di darsi una risposta e dalla sua posizione defilata, come un'ala destra, al minuto 3:30 del video, con uno scatto un po' fuori tempo si getta nella mischia e suona davvero!
Fa tre note in croce, proprio nel senso cristologico del termine, e forse per giustificare il cachet, dimena copiosamente il bacino, inarca la schiena con ormai troppo primavere, come una sorta di "Norbert Pignol de noantri", anche se l'effetto finale ricorda la celebre danza dell'orso di un certo Boris.
Ora la mia domanda è semplice. Lasciamo stare i Castagnari che dovrebbero chiedere i danni per il danno di immagine fatto ai loro stupendi organetti, ma in Italia la musica "popolare" è solo questa? Non abbiamo proprio niente di meglio?
La risposta la conosciamo in molti ed è scontata.
Ma allora, perché un personaggio come Ambrogio Sparagna si trova sempre nel posto sbagliato al momento sbagliato per rappresentare la musica popolare e, purtroppo, l'organetto, in Italia?
Non c'è dubbio. un vero mago.