Vi parlerò un'altra volta di una "piccola orchestra", per ora mi limito a invitarvi al teatro Cometa Off di Roma, dal 13 al 25 febbraio, per saperne di più sulla storia di Passannante...
C’era una volta un paese in Basilicata che si chiamava Salvia dove era nato un uomo: Giovanni Passannante.
Nel 1878 con un coltellino con una lama di quattro dita attentò alla regale vita di un signore torinese, un tale Umberto I di Savoia.
Condannato a morte, la pena gli fu convertita in ergastolo mentre sua madre e i suoi fratelli furono immediatamente internati nel manicomio di Aversa.
Passannante fu rinchiuso in una torre sull’isola d’Elba in una cella alta un metro e mezzo, al buio, senza finestre sotto il livello del mare dove fu isolato per dodici anni.
A causa delle sue condizioni di salute fu poi trasferito in un manicomio criminale dove morì nel 1910. Grazie alle geniali teorie di Lombroso al cadavere fu tagliata la testa. Il cranio e il cervello esposti nel Museo Criminologico di Roma dove ancora oggi possono essere “ammirati” pagando due euro. Quel paese si chiamava Salvia, ma fu ribattezzato “Savoia di Lucania”.
Perché vi ho raccontato questa storia? Perchè è una bella storia portata in scena da Ulderico Pesce e musicata per l'occasione dalla Piccola Orchestra Danese, cioè da me insieme a David Medina al contrabbasso e a Cristina Majnero al clarinetto.
C'è una petizione da firmare perchè si possano finalmente restituire alla terra i resti di questo uomo sfortunato, certo, ma coraggioso. Vedi anche l'articolo di Repubblica.
Nessun commento:
Posta un commento