giovedì 8 novembre 2007

L'organetto tra Bach e Pessoa

Quali sono i rapporti tra musica e arti visive? me lo sono chiesto spesso, perchè alle volte scrivo musica e poi mi scopro a immaginare una struttura figurativa di quella stessa musica. Anzi, questo modo di pensare alle volte mi aiuta a comporre, mi toglie d'impiccio, mi aiuta a trovare la strada, mi fa capire cosa è meglio e cosa no... Avevo visto un film molti anni fa, si intitolava Trentadue piccoli film su Glenn Gould, e uno di questi brevi cortometraggi era proprio una animazione che descriveva graficamente in modo perfetto, quasi onirico, una fuga del Clavicembalo Ben Temperato.

In questi giorni mi sto divertendo a trascrivere una fuga di Bach per clavicembalo per il mio trio (clarinetto, contrabbasso e organetto). Essere "dentro" Bach è stupefacente... proprio nel senso che suonarlo diventa una droga. C'è una perfezione visionaria nella sua musica che toglie il fiato e che fa percepire la vita in un altro modo.

Leggendo Il libro dell'inquietudine di Ferdinando Pessoa, ho letto un brano in cui ritrovo la stessa sensazione...

"Diventato una pura attenzione dei sensi, fluttuo senza pensieri e senza emozioni. (...) Come vorrei, lo sento in questo momento, essere una persona capace di vedere tutto questo come se non avesse con esso altro rapporto se non vederlo (...). Non aver imparato fin dalla nascita ad attribuire significati usati a tutte queste cose; poter separare l'immagine che le cose hanno in sé dall'immagine che è stata loro imposta. (...) Smarrisco l'immagine che vedevo. Sono diventato un cieco che vede. (...) Tutto questo non è più la Realtà: è semplicemente la Vita".

p.s. ehi! ma in questa foto Pessoa mi assomiglia! ;-)

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