Ad Aosta nasce una iniziativa formativa interessante. Riporto qui sotto il lancio dell'Ansa.
"Rispondere "a una crescente richiesta di conoscenza e formazione nell'ambito delle musiche di tradizione ed etniche". E' lo scopo dei Corsi di formazione su strumenti e repertori etnici, organizzati nell'ambito del progetto Centrad-Vda, che prevede sei incontri residenziali a Valgrisenche (nei fine settimana) e varie prove di insieme nella scuola media Einaudi di Aosta.
E' prevista l'attuazione di tre cattedre relative a strumenti etnici, ovvero organetto diatonico e violino popolare, cornamusa e fiati, liuti comparati e chitarre. Gli insegnanti sono i valdostani Sergio Pugnalin, Remy e Vincent Boniface, i francesi Stephan Milleret e Jean Blanchard. Saranno trattate varie discipline: elementi di etnomusicologia; grammatiche delle musiche etniche; canto e danza tradizionale; arrangiamento, composizione e improvvisazione per repertori etnici; didattica della musica etnica; etnoensemble-musica d'insieme. Le aree di approfondimento vanno dall'Europa occidentale alla Scandinavia, dai Balcani al mondo arabo e turco, dalla musica gypsy ed ebraica al Nordamerica.
Direttore artistico del corso è Sergio Pugnalin (Sfom Vda), coordinamento scientifico di Gianni Nuti (Sfom Vda), collaborazione organizzativa di Liliana Bertolo (Trouveur Valdoten)"
L'iniziativa è lodevole, anche se ogni volta che leggo "organetto diatonico", soprattutto in contesti professionali e didattici, non mi piace... l'organetto è organetto, e la fisarmonica è diatonica. E poi mi chiedo, con tutto il rispetto per le danze e le musiche popolari, quando riusciremo a far uscire la fisarmonica diatonica dal territorio "etnico"? L'organetto è uno strumento etnico? Io credo che sia uno strumento musicale e che, come tale, sia capace di parlare più linguaggi, non solo quelli del folclore.
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