Ogni volta che tengo uno stage di organetto imparo molte cose. A capire in fretta, ad esempio, i segreti passaggi attraverso i quali si possono insegnare le "cose musicali" a ogni singolo musicista. E poi se la compagnia è giusta, ci si diverte tanto.
E' quello che è successo a Firenze durante l'ultimo stage dedicato alla musica occitana, proprio lo scorso sabato.
A parte suonare suonare e poi suonare ancora Curente e balet fino a provocare seri problemi di stabilità psicologica sia agli allievi che al maestro, sono accadute alcune cose che mi dimostrano come gli organettisti non siano a posto...
Fabio aveva la miracolosa capacità di trasformare in musica sarda qualsiasi ballo occitano, sotto le sue dita Rigodoun e Balet sembravano danze di Stintino!
Felice, annuncia a tutti che sarà lui il fotografo ufficiale dello stage. Subito dopo annuncia di avere dimenticato a casa la macchina fotografica.
Rosi, suona Chopin al pianoforte, intravede da lontano un lembo della partitura e già la sa suonare creando lo sconforto degli altri partecipanti (e del maestro...).
Barbara a un certo punto sta per trasformarsi in un ungulato della Val Varaita, gli scappa una lacrima, vorrebbe suonare qualcosa di Andy Cutting ma la Curenta della Val Vermenagna la tormenta per tutta la giornata. Pianta tutto e va a preparare un tè.
Ilaria impara in fretta e vorrebbe usare queste musiche per uno spettacolo, ma soprattutto ha trovato una musica perfetta da usare per il suo lavoro in teatro, e mi dice che è la numero 9 di Delicq. Quando le faccio notare che Delicq non è Beethoven e che mi dovrebbe dire da quale dei tre CD è tratto, cade nello sconforto...
Ma soprattutto, è lui il grande protagonista delle serate fiorentine, oggetto di agguati e strapazzamenti vari subiti arrendevolmente nonostante il nome guerrafondaio.
Missile (il gatto di Barbara), sei tutti noi!
Nessun commento:
Posta un commento