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Era il 19 maggio 1536. Così finisce la storia di Anna Bolena, decapitata con un solo colpo alla Torre di Londra. A quel tempo non c'erano ancora le terapie ormonali, e Anna non potè proprio darglielo quel figlio maschio al consorte Enrico VIII che, da parte sua, se la prese un tantino dal momento che, dopo averla accusata ingiustamente di adulterio e di incesto, le fece perdere letteralmente la testa.
Una storia d'amore finita male, come tante. Come tante altre ha lasciato dietro di sé una melodia immortale: Greensleeves. E' ormai diffusa infatti la credenza che fu lo stesso Enrico VIII a scrivere questa bellissima melodia, per conquistare proprio la bella Anna. In realtà non c'è nessuna prova storica che sia andata proprio così, anzi, la signorina "Maniche verdi" (traduzione del titolo della canzone) potrebbe essere una prostituta dal momento che a quel tempo il colore verde aveva chiare connotazioni sessuali. Insomma, comunque sia andata, è una delle più belle melodie dedicate a una donna.
Ahimè amore mio voi mi ferite
Rifiutandomi scortesemente,
Mentre io vi ho amato così a lungo
Godendo della vostra compagnia
Greensleeves era la mia gioia,
Greensleeves era il mio cuore d'oro
Greensleeves era la mia felicità
E chi altri se non Greensleeves.
E' divenuta anche uno standard dell'organetto, in forma di valzer o in forma di giga irlandese. Vi consiglio questa bella versione con molte variazioni, didatticamente molto utili per chi vuole incominciare a suonare direttamente dalla partitura, o per chi suona in duo. E poi questa versione in forma di giga.
Regalatevi quattro minuti di bellezza, per chi ancora ci crede, nella bellezza...
1 commento:
Questo è davvero uno dei pezzi più belli in assoluto in tutte le versioni...
Ho letto anche che secondo la leggenda Anna Bolena portava lunghe maniche per coprire una deformazione ad una mano.
Il verde era stranamente anche il colore del lutto durante l'alto Medioevo e il Rinascimento, ne parla Huizinga nell'Autunno del Medioevo.
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