giovedì 6 marzo 2008

Suoni multiformi multanimi

Era solo qualche tempo fa.

Mi ritrovai a parlare con Emily Verla Bovino, una studente americana presso l'Accademia di Roma, della possibilità di creare delle musiche per una sua opera d'arte, una sorta di installazione. Allorché, proposi di utilizzare non solo i suoni "convenzionali" dell'organetto, ma anche tutti i suoni materialmente producibili con questa scatola di legno carta e metallo.

Sul momento, realizzai una serie di suoni non convenzionali, con il mantice, con i tasti, con la valvola di sfiato, e con il cosidetto "cassotto". L'idea, e quei suoni misteriosi, piaquero molto a tutti e due. Le ance metalliche potevano generare rumori d'officina, echi astrali, lamenti umani. Il mantice e il cassotto si trasformavano in percussioni dalle miracolose potenzialità. Ci accorgemmo che un piccolo organetto poteva diventare il perturbante strumento di scellerate scoperte sonore, una fucina di suoni "multiformi multanimi animali domestici", per usare un celebre verso di Montale.

Ecco un esperimento musicale, veramente sorprendente, che in un certo senso segue questa prospettiva materica dello strumento. Il violoncellista Ethan Winer ha composto un brano pop, A Cello Rondò, interamente suonato usando solo suoni, ma proprio tutti i suoni, producibili con un violoncello e ne ha fatto un video molto divertente. Buona visione.



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